Così svestivano le donne di D'Annunzio
La mostra. "Per non dormire. Eleganze notturne al Vittoriale", apre per la prima volta al pubblico il contenuto delle casse e degli armadi delle stanze personali di Gabriele D'Annunzio e delle sue numerose ospiti, rivelando una ricchezza inaspettata negli abiti e negli accessori presenti. La mostra, il cui allestimento è curato dall'architetto Giovanni Scudeletti, è il terzo appuntamento del ciclo di esposizioni dedicato al "vivere inimitabile" del grande scrittore ed esteta italiano. Dove, come, quando. Gardone Riviera (Brescia), Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani", locali del Sottoteatro, via Vittoriale 12, tel. 0365 296511, sito internet www.vittoriale.it. Aperta fino al 10 settembre. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18. Chiuso il lunedì. Ingresso: lire 5.000. La recensione. Divertente e interessante rassegna dell'intimo e della moda da sera dei primi del Novecento, questa mostra non è destinata solo agli appassionati della biografia dannunziana e incuriosisce per più di un motivo. Il tono allusivo e piccante con cui si presenta nel titolo, è confermato da un allestimento "soft" in cui si alternano i preziosi e seducenti capi d'abbigliamento femminile e le immagini delle donne che li indossarono. Colpiscono la ricercatezza e la ricchezza di questi desabillés, spesso ideati, disegnati e commissionati dallo stesso D'Annunzio che, ispirato dal suo riconosciuto senso estetico, straordinario quanto maniacale, riusciva a esaltare le diverse bellezze che decideva di fare sue. I veli, i pizzi e le trasparenze dei negligés di chiffons nero e colorato si alternano alle eleganti sottovesti di seta o tessute a rete con fili d'oro e d'argento, agli scialli fiorati, agli accappatoi dai toni pastello. Tutti accompagnati da preziosi accessori: bracciali, spille, lunghe spirali di collane che, sempre su disegno del Vate e realizzati da orafi del calibro di Buccellati, dovevano completare l'ideale di femminilità a cui D'Annunzio si ispirava e che pretendeva di trovare nelle donne amate, che si trattasse delle famose Ida Rubinstein, Elena Sangro, Eleonora Duse, o delle sconosciute bellezze della riviera gardesana.
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