San Vigilio e la polenta Cocia
Le autorità inaugurano il portale che dà sulla Fiera, la
gente fa la fila davanti ai polentari di val di Ledro. Ci
sono le corniole sciroppate che rendono lieve la vita, ma
anche l´aglio in conserva che pare un bacio di dama. Poi,
il dolce del santo. Il sindaco «riporta» le Vigiliane in
città, dopo
i giorni sul fiume Adige. E, nel borgo antico, con arcieri
e armigeri, i prodotti delle nostre valli
Le code più lunghe sono state davanti allo stand della
polenta Cocia di Ledro. Ma altri banchetti raccolgono
l´attenzione della gente: le corniole sciroppate del «
Mezzosoldo » di Mortaso e gli spicchi d´aglio marinato
dell´azienda Lunelli di Sarche. Tocchi di assoluta
felicità e su tutto il dolce di S. Vigilio, su antica
ricetta e per la prima volta commercializzato dai
panificatori trentini.
Rientrano in città le Feste Vigiliane, dopo alcune
giornate trascorse « fuori », sul fiume cioè, dove si sono
svolte la Zaterada e la Tonca. Dietro il Duomo, su via
Garibaldi, è stato costruito un arco, di cartapesta. «Era
la Porta Veronensis - dice lo speaker - o Porta di S.
Croce. Noi ci abbiamo fatto il Portale di S. Vigilio». È
stato disegnato dall´architetto Pier Dal Rì, dirigente
provinciale che si è dimesso ma è ancora lì, e realizzato
dagli uomini del Servizio ripristino della Provincia.
Sotto la porta transitano le autorità: il sindaco Pacher,
il vescovo Bressan, il questore D´Agostino, il commissario
del governo De Muro, l´assessore comunale Bertoldi. Mentre
la banda nonesa della Terza Sponda e il Coro Croz della
Stria di Rendena propongono musiche e canti. Queste
giornate, infatti, le Vigiliane le dedicano alle valli.
«La Fiera di S. Vigilio - dice appunto Pacher - ha questo
significato: il capoluogo che si mette al servizio del suo
territorio». Dietro la porta c´è il moléta, l´arrotino di
Rendena. Ha il vecchio «argagn», la vecchia mola, ma è un
arrotino vero. Di nome fa Sebastiano Collini ed è di
Spiazzo. Lavorò ad Ascoli Piceno negli anni ´60 e ´70.
Passano dame in costume (in serata ci sarà il corteo
storico) bambini con armi medievali, mentre poco più in
là, dietro il duomo, si allenano gli arcieri. Ma queste
sono forse le cose meno interessanti, così come la porta
di cartapesta. Le cosette più serie iniziano più in là.
Ecco allora lo stand dei panificatori trentini. Che
vendono il dolce di S. Vigilio, marchiato. «Su antica
ricetta. - dice il presidente della categoria Emanuele
Bonafini - Un dolce povero fatto di farina, uova, burro,
zucchero e fichi». Provare. Provato, è buono, soave,
leggero. E via, al banchetto dello scultore del legno
Nicola Cozzio, figlio di falegnami di Rendena che si sta
facendo un nome internazionale. Poi, per rimanere in
Rendena, ecco il banchetto del Ristorante Mezzosoldo di
Mortaso. Presenta a cittadini e turisti «Primitivizia»,
prodotti del bosco in conserva. Assolute golosità per
negozi di nicchia. Apriamo un vasetto, le corniole nel
loro sciroppo. La bocca si riempie di gioia. Proposta e
venduta, la gioia, da quelli di Mortaso che secondo la
leggenda furono i primi «a fare la festa» a quel Vigilio a
cui sono dedicate le Vigiliane, nel senso che da pagani lo
uccisero. Ma non tutto è trentino. Ecco quelli che gli
argentini definirebbero cinque «lechones», piccoli
porcelli messi su una spada e cotti alle braci. Vengono
venduti alla Taverna dei Mercenari dove il maestro è
Gavino Ghisu della provincia di Sassari. «Ma i porci -
dice - sono strettamente trentini». La gente aumenta, le
vie si riempiono e sono solo le 20. Ecco lo stand degli
Amici del Presepio di Fiemme. Ma, soprattutto, ecco piazza
Fiera. Dove la coda è lunga. Perché i Polentari di val di
Ledro, Cecilia alla loro testa, stanno preparando la
polenta Cocia. Gli ingredienti sono: patate lessate in
acqua, a pezzi, farina di frumento e farina di grano
saraceno, sale e pepe. Le patate vanno schiacciate e si
aggiungono gli altri ingredienti. E si mena, come la
normale polenta. Poi viene aggiunta la salamella a
tocchettini e vari tipi di formaggio. Cottura 40 minuti.
Risultato: un vero dono di Dio che la gente apprezza
tantissimo. « Abbiamo studiato la ricetta per un anno, su
antichi documenti. E ora c´è il protocollo ufficiale ». E
un ultimo banchetto. In mostra ci sono i vini della
Cantina Pisoni di Sarche ( Sangue di Ciuso, rosso, e Gobj
bianco, più il Ciusi e Gobj Brut ). In vendita e assaggio,
invece, delle delizie dell´azienda Lunelli di Sarche. Tra
queste un colpo di genio assoluto: l´aglio marinato a
spicchi che, per sorbirlo, è bene suggerlo come si fa col
miele. La stessa sensazione di un bacio alla tua donna, al
mattino presto, quando si è più disposti all´amore. E la
pasta di lardo? Ma lì si è già nel peccato.
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