FESTE VIGILIANE Città di Trento   19 - 26  giugno 2004

 
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Feste Vigiliane, la più importante

 

Le Feste Vigiliane, che prendono il nome dal patrono della città, San Vigilio, in onore del quale venivano e vengono tuttora organizzate, sono una manifestazione a carattere storico - folcloristico che recupera una tradizione storicamente documentata, riproponendo frammenti dell'epoca Rinascimentale e del Concilio di Trento (1545-1563) e reinterpretazioni culturali dei nostri giorni. Le iniziative in programma si svolgono nei luoghi più significativi della città: piazza Duomo, dove avviene la disfida in costume fra " Ciusi e.Gobj " in lotta per la conquista di una polenta; le vie del centro storico, lungo le quali si snoda il grande corteo in costume; il fiume Adige, sul quale le contrade cittadine danno vita al " Palio dell'Oca ", che impegna gli equipaggi delle zattere partecipanti a superare alcune prove di abilità; il Dos Trento, che ospita l'originalissima "Cena benedettina ". Agli appuntamenti principali e tradizionali delle Feste Vigilia ne, ogni anno vengono affiancate altre iniziative di carattere culturale e spetta colare, ad arricchire un programma che si conclude con i fuochi d'artificio sull'Adige. Le Feste Vigiliane costituiscono la più importante tradizione di festa urbana trentina, le cui origini risalgono al XVI secolo, quando il Principato Vescovile, retto per molti anni da una vera e propria dinastia - quella dei Madruzzo - giocò un ruolo centrale nelle vicende storiche e politiche della penisola italiana. Il Cinquecento trentino fu territorio fertile per la convergenza continua di proposte provenienti sia dal Nord Europa che dall'Italia che, as­similate, determinarono proficui esiti artistici nonché sviluppi originali.

 

Il martirio di San Vigilio

 

AI termine di lunghi dibattiti e studi, gli storici indicano nel 400 la data più probabile del martirio di San Vigilio, morto in Vai Rendena, dove si era reca­to per portare la parola di Cristo tra la gente che era stata contagiata dal culto degli idoli romani. Così nella " PassioSancti Vigili " si ricostruisce il triste episodio: " In quel luogo ( la Vai Rendena appunto  ) un ricco signore, di nome Servizio, possedeva un podere nel quale aveva posto una statua di bronzo rappresentante Saturno. La gente, stolta e ignorante, adorava quel simulacro diabolico come se avesse avuto grande potere sui regni infernali. I circostanti sentivano il vescovo che parlava a voce alta, ma non vedevano nulla; egli pronunciava le sue parole piangendo. Allora, nel nome del Signore Gesù Cristo, gettò a terra l'idolo, lo fece in piccoli pezzi, lo buttò nel fiume Sarca e, salito sul basamento, incominciò a predicare la parola del Signore ". " Alla notizia di quanto era accaduto - si legge ancora nella "Passio" - una folla minacciosa di contadini corsero contro di lui con spade e pietre. Il beatissimo vescovo, armato della fede di Cristo, non si lasciò impressionare da quelle minacce. Ma la folla, col cuore gonfio di collera diabolica, scagliò contro quel capo santo una pioggia di pietre. Il beatissimo martire, guardando di nuovo verso il cielo, col volto bagnato di sangue, rendendo grazie a Dio, spirò ".

 

 

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